Mese: Dicembre 2014

La curva est della Sancri: filosofia di un gruppo ultras

ultrasQuello che andrete a leggere è un comunicato di inizio anno scritto da un gruppo di ragazzi: gli ultras della Sancri. Nostra gioia e dolore. Gioia, perchè il tifo di questo gruppo è energia vitale per chi in campo indossa i colori della Sancri. Dolore perchè sono fonte “quasi” continua di preoccupazioni pecuniarie e non solo. Qualcuno ha consigliato di farne a meno, che danno un’immagine negativa alla nostra società sportiva. Ho meditato su questa affermazione ma ho anche sentito commenti sulla nostra società indipendenti dalla presenza degli ultras. L’accezione  che “quelli di via Padova” sono da evitare (qualcuno ha consigliato il corsetto antiproiettile quando si viene e vedere le partite da noi…) è il luogo comune  che mi è capitato più di una volta di sentire durante le partite. E’ anche vero che per ottenere i successi della nostra prima squadra tutte le componenti sono state e sono importanti. Siamo, probabilmente, la società messa peggio dal punto di vista delle risorse economiche. I nostri giocatori non percepiscono una lira e sono costretti a giocare su campi che, come dicono loro, assomigliano più a  “parcheggi” che a terreni da gioco. La motivazione che fà loro superare le difficoltà è lo spirito di corpo. Per citare Dumas “tutti per uno e uno per tutti”. Chi gioca è affettivamente legato a chi tifa e viceversa. Ecco perchè gli ultras in Sancri. Certo le modalità del tifo non sono sempre condivisibili (personalmente ritengo che l’insulto diretto all’avversario sia da abolire e di questo discuto regolarmente con loro) e, probabilmente, alcuni atteggiamenti sono derivati dal tifo di “serie A” che non si può considerare un buon esempio. Ma se chiedete ai giocatori cosa provano a sentire i cori dagli spalti vi diranno che quando non ci sono si sentono orfani.

Buona lettura e Forza Sancri

A SAN VITTORE QUADRANGOLARE PER TELETHON

Sabato 13 dicembre alle ore 11 il carcere milanese di San Vittore ha ospitato un torneo di calcio a cinque a favore di Telethon e della ricerca sulle malattie genetiche. Tra le quattro squadre che hanno partecipato, come ormai capita da alcuni anni,  c’era anche una rappresentativa Sancri. Dal punto di vista sportivo, come detentori del titolo, confidavamo in una prestazione all’altezza ma, ahimè, abbiamo vinto, come si direbbe nel rugby,  il cucchiaio di legno. In compenso ha vinto la solidarietà e l’obiettivo, per quanto ci riguarda,  è stato raggiunto. 

L’oro di Scampia

Lo Star Judo Club Napoli: un modo per distogliere i giovani dal rischio della criminalità

La palestra di judo di Gianni Maddaloni a Scampia, lo Star Judo Club Napoli, nasce con lo scopo di distogliere i giovani dal rischio di affacciarsi al mondo della criminalità organizzata, insegnando lo sport come sinonimo di disciplina e rispetto degli altri e di se stessi. Maddaloni, con questo titolo, ci vuole però ricordare quanto quei valori siano già presenti sul territorio, e lo fa raccontandoci le storie dei suoi ragazzi, le vicende di chi vuole avere una vita al di fuori dagli schemi offerti dalla criminalità organizzata, sfruttando possibilità e prassi che Scampia offre, ben lontano dalle facili semplificazioni in cui è facile cadere. L’oro di Scampia ci ricorda quanto un qualsiasi luogo non vada mai visto secondo un’unica lente semplificatrice, ma secondo la sua complessità, e quanto il valore delle passioni e delle scelte personali sia vero volano del cambiamento.
Giovanni Malagò, presidente del Coni, durante la presentazione del libro avvenuta nel salone d’onore il 24 novembre scorso, ha affermato: “Maddaloni è un esempio più unico che raro di una persona che, da un avamposto contro il degrado e l’illegalità, ha avuto il dono di avere un figlio che ha vinto la medaglia d’oro olimpica. Il coronamento di un percorso. Giovanni è un gigante, sa quanto gli sono vicino e sono contento che attraverso questo libro possa raccontare a una vasta platea tutte quelle storie che hanno caratterizzato la sua attività in questi anni”.
Maddaloni ha ringraziato affettuosamente: “In questo libro ci sono i miei sogni, le mie sofferenze, le mie vittorie sociali e sportive… Quello che stiamo vivendo è un momento in cui le brave persone stanno prendendo il sopravvento. L’ho capito dall’elezione di Papa Francesco, un umile che ha fatto riavvicinare tanti cristiani che si stavano allontanando dalla fede”. L’autore però ricorda a tutti che: “Bisogna stare uniti perché se vogliamo migliorare lo sport è necessario tagliare i rami secchi e buttare giù le zavorre che non ci fanno decollare”.

Chi è Gianni Maddaloni
Arti marziali come strumento di educazione delle persone, come mezzo per imparare la coesistenza civile, per riscattare un quartiere, come quello di Scampia, troppo spesso preso ad esempio come il peggio di Napoli. E’ la sfida che giorno dopo giorno ha accettato la famiglia Maddaloni, a cominciare dal padre Giovanni (autore del libro), al figlio Pino, olimpionico (oro a Sydney nel 2000 e oggi tecnico della nazionale), agli altri componenti della famiglia: Laura, tredici volte campionessa d’Italia e moglie di Clemente Russo; Marco, due volte campione europeo; la piccola Serena, 7 anni, cintura marrone. La palestra di Maddaloni è conosciuta a livello nazionale e ha ispirato una fiction tv dal titolo “L’oro di Scampia”.

Titolo: L’Oro di Scampia
Autore: Gianni Maddaloni
Editore: Baldini & Castoldi
Pagine: 256
costo: 16 euro
Pubblicazione: novembre 2014