Mese: Settembre 2013

TUTELA SANITARIA

Dal sito del CSI
Buone notizie per le società sportive!
Incredibile ma vero, arrivano dal Parlamento e dintorni.
Andiamo con ordine.
La prima buona notizia riguarda la certificazione medica.
Allarme rientrato per quanto riguarda il “decreto Balduzzi” che prevedeva, a partire da settembre, novità in termini di materia di tutela sanitaria che avrebbero creato tanti problemi alle famiglie e fatte diventare matte le società sportive.
Fortunatamente, grazie al lavoro di squadra di alcuni Enti di Promozione alcuni deputati e senatori si sono mobilitati (preziosissimo il lavoro svolto dai parlamentari Fossati e Molea) per far passare in Senato un emendamento che ha decretato l’abrogazione della certificazione medica per attività motoria e amatoriale.
In pratica resta tutto come prima.
Per l’ATTIVITA’ AGONISTICA (nel CSI a partire dai 12 anni) serve la visita medica di secondo livello. A tal proposito confrontate le note riportate in fondo alla pagina
Per quella NON AGONISTICA (cioè amatoriale) basta il certificato del medico curante come accadeva sino a ieri.
Per essere precisi ecco il testo esatto approvato dall emendamento in Senato (utile da sapere se qualcuno vi dice che le cose non stanno cosi..). “Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini promuovendo la pratica sportiva, per non gravare cittadini e SSN di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni, viene abrogato l’obbligo di certificazione per l’attività ludico motoria e amatoriale previsto dall’art.7, comma 11, del DL 158 del 2012, e dal conseguente Decreto del Ministero della Salute 24 aprile 2013, GU n.169 del 20-07-2013. Rimane l’obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l’attività sportiva non agonistica. Sono i medici o pediatri di base annualmente a stabilire, dopo anamnesi e visita, se questi ultimi necessitano di ulteriori accertamenti come l’ECG”.
Un’altra buona notizia riguarda la presentazione di una proposta di legge per il valore sociale dello sport di base.
Ricordate quando CSI, Uisp, US Acli, Aics e acsi, circa un anno fa, convocarono a Roma l’assemblea “Diamo voce allo sport di base?.
Bene, da allora siamo andati avanti a lavorare e a fare gioco di squadra e oggi il parlamentare Filippo Fossati (ex Presidente nazionale Uisp), insieme al parlamentare Bruno Molea (presidente Aics) hanno presentato questa proposta di legge che sarà formalizzata e presentata in Parlamento nel mese di settembre.
Sul sito del CSI (www.csi-net.it) trovate il testo della proposta di legge e chiediamo a tutti i Presidenti delle Società sportive di leggerlo e di farci avere considerazioni e suggerimenti per migliorare ancora questo valido impianto di base.
La proposta di legge si compone di 13 articoli e il primo problema è stato quello di definire che cos’è davvero lo sport nel nostro Paese, in quanto fenomeno sociale ricchissimo di valori educativi, relazionali, di promozione della persona e di benessere fisico.
Lo diciamo da anni: lo sport è innanzitutto un modo nuovo di stare insieme, di vivere le città e migliorarle, di creare inclusione e tolleranza.
Per questo va riconosciuto il volontariato sportivo, vanno sostenute le società sportive del territorio, va valorizzato il loro ruolo nella gestione degli impianti e degli spazi, vanno approntate le necessarie detrazionifiscali vista la finalità sociale della loro missione.
Si tratta di un primo passo in avanti verso la definizione di una nuova legge quadro sullo sport nel nostro Paese.
Ed infine l’ultima buona notizia il Parlamento ha recepito la richiesta in tema di sicurezza sul lavoro di evitare l’equiparazione tra volontari e i collaboratori delle Associazioni Sportive Dilettantistiche e di Promozione Sociale ai lavoratori di aziende o altri settori produttivi.
Infatti dal 1 giugno 2013 è divenuta attuativa l’interpretazione del decreto legislativo 81/2008″. Grazie ad un emendamento al “Decreto del Fare” presentato dall’on. Filippo Fossati alla Camera dei Deputati, e poi confermato al Senato, è risparmiato all’associazionismo sportivo questo ennesimo colpo.
Un presidente di una ASD che non ha a che fare con lavoratori dipendenti ma con volontari o con persone soggette a rimborso sportivo, non può essere chiamato a rispondere della normativa sulla sicurezza al pari di un imprenditore.
Queste buone notizie non cambiano lo scenario complessivo ma regalano speranza. Siamo tutti consapevoli che la numerosa presenza in Parlamento di rappresentanti autorevoli del mondo dello sport (Enti di Promozione e Federazioni) e del mondo dell associazionismo rappresenta un’occasione storica per dare forza allo sport di base ed al ruolo delle società sportive del Paese.
Per fare questo bisogna lavorare sodo e fare gioco di squadra.
E noi ci siamo!
!!! ATTENZIONE !!!
Dalla corrente stagione sportiva sono dichiarate agonistiche tutte le discipline sportive degli sport di squadra al netto di quelle indicate nella tabello sotto riportata. In base a quanto deliberato del Consiglio nazionale del CSI, sono considerate agonistiche tutte le attività sportive dal compimento del 12 anno di età.
Sono considerate non agonistiche le seguenti attività:
AEROMODELLISMO
ESCURSIONISMO/TREKKING
AUTOMODELLISMO
BILIARDO
BIGLIARDINO
BOCCE
BOWLING
BRIDGE
CICLOTURISMO
DAMA
DANZA SPORTIVA
GINNASTICA DI MANTENIMENTO
GOLF
ATTIVITÀ DISABILI
MARCIA NON COMPETITIVA
PESCA SPORTIVA
SCACCHI
YOGA
Le attività organizzate e svolte da una società sportiva esclusivamente per i propri tesserati (es. tornei interni, attività di ginnastica, giochi e gare sociali) ancorché utilizzino supporti “tecnici” (es.: arbitri) del Comitato territoriale CSI
L’attività per disabili è non agonistica. In merito alla tutela sanitaria e alla rispettiva certificazione medica per l’attività non agonistica dei disabili, si fa riferimento a quanto stabilito dalle rispettive federazioni all’interno del Comitato Italiano Paralimpico.

Perchè a chi perde il sei nazioni viene assegnato il cucchiaio di legno?

Il Sei Nazioni è il più importante torneo internazionale di rugby a 15 dell’emisfero settentrionale. Nacque nel 1883 con il nome di Home Championship e veniva inizialmente disputato dalle quattro nazionali britanniche (Galles, Inghilterra, Irlanda e Scozia). Nel 1910, con l’aggiunta della Francia, divenne il Cinque Nazioni. Poi dal 2000 fu ammessa anche l’Italia e il torneo prese il nome di Sei Nazioni. La nazionale che si classifica per ultima al torneo si aggiudica il poco ambito Cucchiaio di legno (Wooden Spoon). Ma da dove trae origine questa tradizione? Il Cucchiaio di legno nasce come “trofeo” nell’Università di Cambridge nei primi anni dell’Ottocento, quando veniva assegnato a titolo di scherno agli studenti che superavano gli esami con il voto più basso.
Le prime edizioni del Sei Nazioni (Home Championship) videro tra i partecipanti numerosi studenti di Cambridge che esportarono l’usanza del Cucchiaio di legno per deridere la nazionale che si classificava per ultima.
Spesso il Cucchiaio di legno viene confuso con il Whitewash (andare in bianco) che invece si realizza quando una nazione non vince nemmeno una partita del torneo.

Defibrillatori obbligatori nelle società sportive

IL DECRETO DEI MINISTRI BALDUZZI E GNUDI

Obbligo dei dispositivi salva-vita: 30 mesi di tempo per adeguarsi. Gli appassionati devono avere il certificato medico

 

MILANO – Defibrillatori obbligatori nelle società sportive e certificato del medico, anche di famiglia, per poter praticare discipline sportive dilettantistiche. Sono alcune delle novità contenute nel decreto firmato dal ministro della Salute Renato Balduzzi, di concerto con quello per lo Sport Piero Gnudi. Il certificato, biennale, può essere compilato da qualsiasi medico per gli sportivi amatoriali fino a 55 anni (se uomini) o 65 anni (se donne) senza evidenti patologie o fattori di rischio.

CERTIFICATI – Il decreto contiene varie disposizioni per chi fa sport e non è tesserato a federazioni o enti di promozione sportiva. Il certificato – sempre redatto da medico sportivo, medico di famiglia o pediatra – sarà annuale per chi ha almeno due delle seguenti condizioni: età superiore a 55 anni per gli uomini e 65 per le donne, ipertensione, fumo, ipercolesteloremia, ipertrigliceridemia, diabete di tipo II, obesità, familiarità per patologie cardiovascolari. Anche per chi ha patologie croniche conclamate il certificato avrà valore annuale. Non è tenuto all’obbligo di certificato chi svolge attività amatoriale occasionale o saltuaria, in forma autonoma e al di fuori di contesti organizzati, o con ridotto impegno cardiovascolare, come bocce, biliardo, golf o ballo. È previsto invece un controllo medico annuale da medico di base, pediatra di libera scelta o medico dello sport per gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dalla scuola, giochi sportivi studenteschi e attività organizzate dal Coni o da società affiliate a federazioni o enti e non siano considerati atleti agonisti. Nella visita si misurerà la pressione e si farà un elettrocardiogramma a riposo. Per chi partecipa ad attività ad elevato impegno cardiovascolare (gare podistiche oltre 20 km, gran fondo di ciclismo, nuoto o sci) verranno effettuati accertamenti supplementari.

DEFIBRILLATORI – Quanto all’obbligo di defibrillatori semiautomatici (da cui sono escluse le società che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio), le società dilettantistiche hanno 30 mesi di tempo per adeguarsi, 6 quelle professionistiche. Gli oneri sono a carico delle società, dove dovrà essere presente personale formato. Il defibrillatore essere accessibile e sempre funzionante

Ricerca scientifica: il comportamento dei genitori agli eventi sportivi dei figli

SCIENZA E TECNOLOGIA, SPORT

14 OTTOBRE 2012

Il comportamento dei genitori agli eventi sportivi dei figli è sempre più problematico, con i genitori che si trasformano sempre più in fanatici ultras. Negli USA si sta cercando di affrontare il problema con tentativi di guidare il comportamento dei genitori (con iniziative quali le “domeniche silenziose”).

Una ricerca del Department of Health, Exercise, and Sport Sciences, della Texas Tech University, analizza il problema dal punto di vista dei figli, per capire il loro punto di vista e capire come loro vedono il comportamento dei genitori e come vorrebbero invece che i genitori si comportassero.

Se il desiderio della maggior parte dei bambini è quello di avere genitori che diano sostegno, è stato confermato che però i genitori tendono spesso ad essere degli allenatori ultra-esigenti oppure dei fan sfegatati.

Tratto da http://notizie.delmondo.info/

 

Milano, 6 percorsi da correre. E tu dove vai a fare jogging?

Milano, 3 gennaio 2012

Sei percorsi per i runners milanesi. A tutti i livelli. Con i “pro” e “contro” di Isolano Motta, classe ’37, presidente dei Road Runners.

Nella frenetica Milano si corre anche per divertirsi, non solo per affari. I problemi non mancano, ma all’ombra della Madonnina lo scenario del running è rassicurante. Un’istantanea delle location offre un quadro positivo. “I posti per correre a Milano ci sono, quasi in tutte le zone. La cosa più importante è abitare vicino a uno di questi, altrimenti gli spostamenti rendono tutto più complicato», parola di Isolano Motta, classe 1937, presidente e fondatore del Road Runners Club Milano. «Io amo il parco Nord — continua Isolano — 250 ettari di verde per correre su asfalto e sterrato, con un percorso di 10 chilometri segnato”.

Tu dove ti alleni? Corri su altri percorsi? Pubblicheremo le segnalazioni che puoi fare cliccando sotto

LA TESSERA CORRIMI – Butta male per chi ha la sfortuna di non abitare in una delle poche zone in cui un parco o un naviglio sono a portata di scarpa, ma i parchi milanesi sono tanti, spesso dimenticati. «I migliori per allenarsi a mio parere sono quelli che hanno una direzione — dice Isolano — come per esempio il Bosco in città, perché sono più curati, hanno agronomi, guardie e i responsabili interagiscono in maniera più diretta». In effetti, gli altri avrebbero bisogno di più cure e di una ristrutturazione. Da pochi mesi il Comune ha tracciato – in alcuni casi solo segnalato – dei percorsi in sei parchi cittadini, interventi leggeri, con cartelli che indicano le distanze e in alcuni casi non sono proprio visibili. La tessera CorriMi (10 euro l’anno, ndr) permette l’utilizzo degli spogliatoi dentro l’Arena Civica per allenarsi al Sempione, ed è studiata per andare incontro proprio a chi si deve spostare. «L’intenzione è quella d’estendere l’iniziativa anche ad altre strutture cittadine», afferma l’assessora allo sport Bisconti. Iniziative istituzionali a parte, in base all’allenamento e alla vostra tipologia di runner, le scelte ci sono. Per la classica sgambata in compagnia Sempione e Porta Venezia grazie alla posizione centrale, i vialoni larghi e il paesaggio sono l’ideale. La montagnetta è perfetta per le ripetute sia in salita sia in pista e, più in generale, è il posto migliore per un lavoro tecnico. Invece, se la vostra tabella prevede un «lungo» i navigli sono perfetti, infiniti chilometri a disposizione, a patto di non correre in serata perché possono essere pericolosi. I parchi Lambro e Trenno offrono percorsi tortuosi in mezzo al verde, ampie possibilità di parcheggio e sfoghi per le famiglie, ma sono in zone periferiche.

MANCA UNA SCALA DEL RUNNING Manca secondo Motta una struttura per gare di alto livello: «L’Arena è un monumento, ma non è coperta, mancano per esempio la zona per allenarsi o la sala antidoping». Il XXV Aprile è stato ristrutturato da poco per quanto riguarda la pista, ma gli spogliatoi versano in condizioni pietose. «Sì, il progetto completo prevede tempi più lunghi — spiega Motta — sono previsti anche una tribuna e un rettilineo coperto». Per chi ama la pista il quadro generale è meno rassicurante perché gli impianti sono pochi, vecchi e spesso non prevedono l’atletica come uso primario

I 6 PERCORSI CON LE PAGELLE DI ISOLANO MOTTA (presidente Road Runners)

 

Il percorso sulla Montagnetta
Il percorso sulla Montagnetta

MONTE STELLA-MONTAGNETTA 8 Per chi cerca salita e sterrato – Lunghezza: 2,5 km.
Il giudizio: servito; salite, spogliatoi e pista a disposizione
Pro: Possibilità d’appoggio al campo XXV Aprile (3,20 euro dopo le 19, prima 2,60). Viene detto percorso Cova in onore dell’olimpionico Alberto che ha preparato proprio qui le sue imprese
Contro: È la vetrina dei “runner VIP” cittadini.

 

Il percorso all'Idroscalo
Il percorso all’Idroscalo

IDROSCALO 7,5 Per tutti i tipi di runner – Lugnhezza: 6,7 km ogni giro, con un cartello ogni 200 metri
Il giudizio: bello scenario, tracciato migliorabile
Pro: adatto a molti tipi d’allenamento, ricco di punti per dissetarsi, parcheggio e spazi per i bambini. Perfetto per chi, mentre corre, vuole portare la famiglia in mezzo al verde.
Contro: Da evitare in estate, sovraffollato.

 

Una parte del percorso al Parco Sempione
Una parte del percorso al Parco Sempione

PARCO SEMPIONE 7 Per chi ha poco tempo a disposizione – Lunghezza: circa 3,5 km.
Il giudizio: Spazio ristretto, ma ben illuminato.
Pro: Centrale e comodo da raggiungere, con disponibilità di docce (all’Arena) grazie alla tessera CorriMi
Contro: Il percorso interno è troppo corto, quello esterno è, in alcuni tratti, sul marciapiede.

 

Il percorso sulla Martesana
Il percorso sulla Martesana

MARTESANA 6,5 Per allenamenti lunghi e ripetute – Lunghezza: da via Melchiorre Gioia a via Padova e ritorno per 7 km. Ma si può arrivare a 100 km di strada senza traffico
Il giudizio: molti km da correre, senza auto.
Pro: parte da via Melchiorre Gioia e, volendo, è possibile arrivare fino a Lecco o Bergamo. Ottimo per allenamenti lunghi, molte fermate del metrò sono lungo il percorso.
Contro: alcuni tratti troppo stretti, altri (brevi) più pericolosi causa microcriminalità

 

Il percorso Montanelli
Il percorso Montanelli

GIARDINI INDRO MONTANELLI PORTA VENEZIA 6,5 Ottimo per iniziare – Lunghezza 2 km.
Il giudizio: piccolo, ottimo per pausa pranzo, non asfaltato
Pro: il parco con più manutenzione e di giorno assolutamente il più tranquillo.
Contro: percorso corto, il fondo ghiaioso può dare fastidio.

 

Il percorso al Parco Lambro
Il percorso al Parco Lambro

LAMBRO 6 Allenamenti tecnici su percorsi lunghi e tortuosi – Lunghezza: circa 3,7 km.
Il giudizio: mal tenuto, non misurato
Pro: ampia disponibilità di tracciati e di saliscendi. Si può utilizzare sia per uscite tranquille sia per quelle un po’ più «tirate». Ogni anno ospita la corsa di Natale, il 25 dicembre
Contro: un po’ troppo frequentato durante la stagione estiva. Gli effluvi provenienti dal Lambro in alcuni giorni non sono esattamente piacevoli e salutari.

Da “La Gazzetta dello Sport.it”

Lino Garbellini, Milano, 3 gennaio 2012

Ecco perché la nostra squadra del cuore è sempre la più forte

Dietro a tanta esultanza potrebbe esserci una valutazione un po’ viziata dalla percezione cerebrale dei movimenti dei giocatori. Photo credit: © Jon Feingersh/Blend Images/Corbis

La valutazione di ciò che avviene in campo è viziata da una percezione cerebrale “di parte”. Ora ne abbiamo le prove.

Quel fallo? Non c’era. Il rigore agli avversari? Regalato. Per non parlare di quel goal al novantesimo: il più bello della storia del calcio. Quando si tratta di giudicare le gesta della squadra che amiamo, si sa, non è che siamo campioni di obiettività. Ma abbiamo un ottimo alibi: all’origine delle nostre poco imparziali opinioni c’è un bias (ossia, un errore di giudizio) nella percezione che il cervello ha dei movimenti dei giocatori per cui tifiamo. Per chi ha la testa nel pallone: la fisica del calcio di punizione perfetto

Giudizi di parte

Un’equipe di ricercatori della Scuola di Psicologia dell’Università di Brisbane e del Queensland Brain Institute (Australia), ha diviso 24 volontari in due squadre e scelto due giocatori, uno per team, da contrapporre in una situazione competitiva. Tutti i soggetti sono quindi stati invitati a valutare la velocità dei movimenti delle mani di entrambe le persone selezionate.
L’attività cerebrale dei volontari implicati nel processo di giudizio è stata monitorata attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI).
Come prevedibile, ogni volontario tendeva a giudicare più veloci ed efficaci le azioni del giocatore della propria squadra. In particolare i movimenti del compagno di team venivano ritenuti più rapidi di una frazione di secondo rispetto a quelli dell’avversario, quando in realtà si trattava di mosse identiche e perfettamente sincrone.

Se lo vedo, ci credo

L’fMRI ha evidenziato una diversa risposta cerebrale quando i soggetti osservavano la performance del proprio compagno di squadra, mentre nessuna anomala attivazione è stata evidenziata durante la prestazione dell’avversario. Inoltre, nessuna cruciale differenza è stata osservata nell’attivazione cerebrale dei soggetti delle due squadre durante il processo di valutazione delle performance dei due giocatori.
«Questo sembra suggerire che percepiamo inconsciamente le azioni della nostra squadra del cuore diversamente da quelle compiute dalle altre» spiega Pascal Molenberghs, coordinatore della ricerca. «Non solo decidiamo in favore delle azioni della nostra squadra perché pensiamo sia la migliore. Piuttosto, poiché ci sentiamo affiliati a quella squadra, il nostro cervello tende a valutare le sue mosse in modo più favorevole rispetto a quelle delle squadre avversarie».
Lo studio, secondo i ricercatori, potrebbe aiutare a spiegare gli episodi di discriminazione che avvengono fuori dai campi di gioco, come i casi di contrapposizione tra gruppi diversi per nazionalità, razza o genere.
di: Elisabetta Intini, da Focus.it (Feb 2012)